“......Litografie, acqueforti, acquetinte di svariati formati, di diverse grandezze realizzate per gli scopi più vari (non ultimo quello di aiutare associazioni di volontariato) sono anch’esse immagini che…si fanno ascoltare.
Quindi Dunio, soprattutto affreschista, soprattutto incisore…
E’ bello credere che, forse, è stata la vicinanza della sua casa natale ad una calchera a segnare in qualche modo il suo destino di affreschista; ugualmente è bello sapere che un’amicizia ha incoraggiato il suo destino di incisore. Si mescolano così nella sua biografia suggestioni e sentimenti, le stesse suggestioni e gli stessi sentimenti che, tonalità su tonalità, fanno vibrare le sue opere.....“
(Liana Cavallet, Il colore e la musica, le radici e le ali… nella pittura di Dunio, 2006)
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"...quello di Dunio è un cammino fatto di alacrità, di spessore, è un'opera che denota come l'autore non si sia fermato sulle prime enunciazioni, ma sia andato avanti tentando smpre nuvi territori di ricerca. In fondo, ciò è caratteristica di chi ha preso sul serio il "mestiere" dell'artista e non concede nulla di scontato a sè e agli altri..."
(Dino Bridda, Frammenti su Dunio 2010)
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" Il mondo offerto, con rara spontaneità, dall'arte di Dunio, induce lo spettetore a immaginare, attraverso forme essenziali e reali, altre storie...a scoprire significati che ogni vissuto percepisce e rielabora liberamente.
Tutto ciò accade osservando paesaggi montani autentici nella loro forza, riti sacri e giochi infantili evocati dalla memoria, vizi e debolzze della nostra sociètà.
Alcune verità sociali assumono sebianze di animali, protagonisti in luoghi sureali, nella storia di mentali costruzioni umane...chiare provocazioni, beffarde e incisive, diventano immagini fiabesche, sintesi originale tra illustrazione e realismo magico.
Così una sorta di follia trasgressiva si confonde con una quotidianità semplice e rigorosa, frutto di una visione sensibile che trasfigura l'esperienza a favore di una intensa espressione creativa.
(Donatella Palazzi, Orizzonti, 2013)
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...Girando tra i quadri di Dunio sembra di viaggiare in un candido e sereno mondo di fiabe, ma le fiaba, sapete, nascondono una vena melanconica e pedagogica che Franz Kafka ha colto superbamente: "non esistono fiabe non cruente, tutte le fiabe provengono dalla profondità del sangue e dall'angoscia perchè con le fiabe si attira l'attenzione degli uomini sulla verità"
(Erminio Mazzucco, Pieve d'Alpago 2014)
Tra gli altri hanno scritto sulla sua opera Antonella Alban, Grazia Aricò, Renato Bona, Luigina Bortolatto, Dino Bridda, Liana Cavallet Gigi Corazzol, Dario Fontanive, Ezio Franceschini, Enrico Ganz, Giuliano Dal Mas, Enzo Dematté, Erminio Mazzucco, Luisa Manfroi, Mirco Mezzacasa, Giorgio Negro, Giovanni Padovani, Donatella Palazzi, Bepi Pellegrinon, Agostino Perale, Marino Perera, Alfonso Sanchez, Gianni Santomaso, Loris Santomaso, Maurizio Scudiero, Marco Rech, Martina Reolon, Ruggero Sicurelli, Paolo Tieto, Celestino Vallazza e Maurizio Zanon.
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